È uscito lo scorso 20 maggio l’ultimo album di Alborosie, per l’etichetta VP Records/Greensleeves, che si intitola “Freedom & Fyah”. L’artista siciliano questa volta ci fa ascoltare ben 13 canzoni con molti feats, in quello che è l’album più atteso degli ultimi mesi.
Recentemente Puppa Albo aveva fatto uscire un paio di pezzi che anticipavano l’album:
“Can’t Cool” e “Fly 420” ft. Sugus. Entrambi ottimi pezzi, canzoni che hanno creato un’alta aspettativa per questo nuovo album. David Rodigan infatti le ha passate molto spesso nel suo programma su BBC 1Xtra, mettendo “Can’t Cool” in anteprima nella sezione Scorcher (Rodigan sceglie una nuova canzone e la presenta al pubblico internazionale).
Il disco inizia con una intro intitolata “The Prophecy” che dice […] “you will speak, you will be a voice of your generation but by the word of the living god” […], […] “and you will be a blessing to your generation” […] (parlerai, sarai una voce della tua generazione ma attraverso la voce del dio vivente, e sarai una benedizione per la tua generazione). Segue subito “Can’t Cool” tune potente dove troviamo un Alborosie fresco ma allo stesso tempo molto preciso. La terza canzone è “Fly 420” ft. Sugus in cui questo artista canta un ritornello sufferer parlando di ganja; qui Alberto usa suoni nuovi, suoni elettronici, mischiati ai suoni classici delle proprie produzioni. Sempre rimanendo nello stile sufferah, l’artista canta “Cry” richiamando un giro di basso che assomiglia molto a “General” di Ini Kamoze, somiglianza che fa sembrare la base un’ottima produzione di Sly and Robbie.
Finalmente arriva il primo feat. con il giovane Protoje, in cui i due artisti cantano “Strolling”, bellissima tune. “Rocky Road” con un giro di basso carico e con la chitarra piena di echi e riverberi parla della vita, una vita da sfruttare a pieno, dove non c’è tempo da sprecare. “Poser” uscita nel 2015, al livello delle altre canzoni parla dei posers appunto, persone che si comportano o che si vestono in un modo e sono l’opposto, persone false. In questo album non ci si aspetta certo una tune come “Judgement”, con un beat dancehall minimalista, le cui trombe ricordano molto quelle della canzone “Notti” degli Africa Unite: il pezzo mostra sicuramente la versatilità di questo artista. La canzone che segue vede un feat. di Kymani Marley e si intitola “Life To Me”: è una canzone dolce, dove Kymani fa sentire il suo stile inconfondibile. “Rich” ha dei suoni simili alle produzioni dei Black Uhuru degli anni ottanta, suoni che sono tornati attualissimi e che nelle nuove produzioni stanno molto bene. La tune parla di soldi e nel ritornello dice “money nah go make you rich”, alla fine tutti i nodi verrano al pettine e quando verrà il giorno del giudizio i soldi non ti serviranno. Verso la chiusura dell’album un feat. con Sandy Smith intitolato “Carry On” ci delizia su una base one drop; un altro feat. in Rub-A-Dub style con Roots Radics e Pupa Avril intitolato “Everything” porta Alborosie a comporre una tune bellissima in cui mostra nuovamente di essere all’altezza di cantare e produrre vari stili. Il disco si chiude con un altro feat. con Sugus, su una base potentissima intitolata “Zion Youth”.
Alborosie ha fatto un ottimo album. Era sembrato che negli ultimi anni non si rinnovasse più ma con questo disco bisogna ricredersi. Un album che comprende molti generi, un album musicalmente pulito, nel senso che lascia un buon gusto in bocca, un disco che vede un Alborosie pieno di qualità, testi profondi e produzioni degne di nota.
L’album è disponibile in versione digitale, in cd e presto in lp, che potete già pre-ordinare.