Anteprima di “Exodus – Finding Shelter” a Udine e a Roma l’11 e il 14 marzo
“Exodus, movement of Jah people” cantava Bob Marley, il profeta del reggae, che tuttavia non avrebbe mai voluto predire una sorte del genere a Rototom Sunsplash, il più grande festival che in Europa porta avanti il suo messaggio di pace, fratellanza e armonia universale. Eppure di fatto è stato così e dall’anno scorso la manifestazione ha dovuto fare i bagagli e trasferirsi in un esilio nemmeno troppo volontario da quell’Italia che l’ha “sfrattato” senza troppi scrupoli in una Spagna ben più aperta e tollerante, dove il successo è persino maggiore e le polemiche politiche inesistenti.
Per questo è proprio “Exodus – Finding Shelter” il titolo scelto per la pellicola realizzata dal regista romano Tommaso D’Elia, che sarà presentata in anteprima a Udine al Visionario e a Roma al Cinema Aquila rispettivamente l’11 e il 14 marzo prossimi. Il film-documentario è prodotto dall’associazione culturale Exodus e da Paneikon, società di produzione che da sempre opera con alcuni fra i maggiori broadcasters mondiali come Rai, Bbc, Canal Plus, Discovery Channel e National Geographic: della durata di 55 minuti, racconta con forte suggestione la vicenda dei tanti ragazzi che hanno creato in Friuli una manifestazione di richiamo mondiale sostenendo un territorio come quello del Comune di Osoppo (Udine) a cui le oltre 150 mila visite che ogni anno il Festival registrava portavano un grosso beneficio in termini di indotto economico e di apertura culturale.
Oltre ai più grandi nomi della musica reggae mondiale, la kermesse raduna infatti anche intellettuali di alto profilo per dibattiti e incontri sulla cultura globale, lo sviluppo sostenibile, la pace, la tolleranza, il multiculturalismo e sostiene progetti solidali in Italia e all’estero.
Questa finestra sul mondo si è chiusa però nell’autunno 2009 nella sua versione italiana, quando a seguito di un provvedimento giudiziario nei confronti del presidente Filippo Giunta in base a uno degli articoli più controversi della legge Fini-Giovanardi il Festival si è trovato a un bivio: o chiuder baracca e cancellare un’esperienza di cultura “alternativa” unica nel suo genere, oppure far lasciare i propri affetti e cambiare le proprie vite ai membri della sua organizzazione per cercar fortuna all’estero, esattamente come fa un numero sempre maggiore di giovani che in un’Italia che ha ogni giorno più paura della gioventù e del talento vede penalizzata la propria libertà di costruirsi un futuro adeguato ai propri sogni, alle proprie abilità e al proprio merito.
La scelta dei ragazzi dell’associazione Rototom è stata la seconda: l’esodo come scelta di libertà, per continuare a coltivare un sogno. Un’utopia di pace e fraternità – un approccio critico al senso di omologazione imperante – che oggi può sopravvivere in maniera organica solo fuori dall’Italia. Era un rischio enorme: organizzare in terra straniera, senza contatti preventivi né basi consolidate, un festival fra i più grandi d’Europa poteva risolversi in un flop. Invece è stato un trionfo. Benicàssim, località spagnola nei dintorni di Valencia, si è rivelata location ideale nel 2010 e intende continuare a esserlo anche in avvenire.
“Exodus – Finding Shelter” è la storia di tutto questo: la storia di una seria avventura culturale che il mondo invidiava all’Italia, ma che l’ottusità della politica ha ridotto a “favoreggiamento del consumo di sostanze stupefacenti” facendo scomparire dal suolo patrio il senso di un’esperienza che può insegnare molto dal punto di vista organizzativo e filosofico. Il resto è docu-fiction abilmente condotta da Tommaso D’Elia che prende spunto dalla vicenda del Sunsplash per affondare la lama dell’inchiesta su un’Italia che rifiuta le sue eccellenze nel nome del pregiudizio, inseguendo un’astratta idea di Stato etico che vede come nemico un Festival patrocinato perfino dall’Unesco come “evento che promuove la pace e la non violenza”.