02/11/09
Ghetto Youth-ology Tour: Miguel Collins atterra a Madrid! (a cura di Princelion)
Dopo che l'anno scorso le associazioni gay e lesbiche spagnole, hanno bloccato all'aereoporto l'artista Miguel Collins, ovviamente disinformate (dato che hanno lasciato esibire Buju Banton), quest anno si è esibito in Spagna per il tour “Ghetto Youth-ology” che conprendeva ben cinque date. Noi di Dancehall News Flying About abbiamo avuto il piacere di vederlo a Madrid. Il concerto, un po' fuori Madrid, è stato aperto da Joseph Shepherd, un componente della Judgment Yard, la crew di Sizzla Kalonji, il quale ha fatto una sola canzone. A seguire abbiamo visto Teflon con canzoni sia new roots che dancehall, il cui show è stato molto coinvolgente. Teflon è un nuovo artista che abbiamo visto anche al Rototom Sunsplash, ha uno stile molto simile a quello di Turbulence mischiato a quello di Capleton, ha cantato tunes come “I'm Doing Good”, “Up A Yard A Love” e “Better Than Rest”. Tutto il concerto è stato suonato dalla Firehouse Crew, una backing band molto famosa che ha composto riddims conosciutissimi e suonato con artisti altrettanto famosi. Arrivato il momento di Sizzla la Firehouse Crew ha suonato un intro con tantissimi effetti e musica classica per l'arrivo dell'artista. Sizzla ha cominciato subito con “Got It Right There”, la gente è impazzita e l'artista ha continuato con canzoni come: “Mash Dem Down”, “Why Should I”, “ Woman I Need You”, “Thank U Mama”, “Dry Cry”, per arrivare a “Solid As a Rock” in versione hip hop e continuare con la bellissima “Taking Over”, “I'm With The Girls, “Ain't Gonna See Us Fall”, e “Run Out Pon Dem”, “Black Man In The Whitehouse”, la canzone su Barack Obama, ha finito con la stupenda “Take Myself Away” in versione hip hop. L'artista non ha concesso bis ed è andato nel backstage. Ha cantato tutte le canzoni su altre e nuove basi così ha creato un'attenzione ed una partecipazione da parte del pubblico che urlava Pull Up molto spesso. Kalonji con i suoi falsetti per le love tunes e il suo raggamuffin per la dancehall, non ha fatto nessuna canzone omofobica grazie all'accordo firmato “The Reggae Compassionate Act”, l'accordo che cita: [...] non c’è spazio nella comunità artistica per l’odio e il pregiudizio, e non vi è spazio per razzismo, violenza o omofobia. [...]. Un bellissimo concerto, speriamo che si ripeta presto.